Voliamo nell’est Europa per scoprire i più buoni dolci ungheresi, una pasticceria ricca di tradizione, dove ogni prelibatezza (dal nome impronunciabile 😀 ) ha una sua storia da raccontare. Si possono trovare da semplici dolci ai semi di papavero o farciti di mele, a complicate torte a strati, riempite con creme dalla lunga preparazione e decorate nei modi più creativi, che richiedono ore e ore di lavoro. Per non parlare dei dolci al cucchiaio, guarniti di panna montata o spolverati di zucchero o cacao.
Prima del mio viaggio per la capitale ungherese, non pensavo di trovare tante prelibatezze da assaggiare, ma basta girare per Budapest e le sue storiche pasticcerie per rendersi conto di quante sono le cose da provare. Difatti, vista la tradizione pasticcera in questa città, è davvero bello perdere ore alla ricerca di prelibati dolci da assaggiare che permettono di scoprire la cultura ungherese e questo Paese.
Ovviamente sono troppi da assaggiare tutti in un solo weekend, ma bisogna assolutamente fermarsi per provarne qualcuno, meglio ancora in una delle storiche pasticcerie della città.
Insomma, tutti i dolci ungheresi sono una vera delizia per il palato e per gli occhi. Partiamo quindi per questo viaggio culinario alla scoperta di tutti i dolci ungheresi.
In questo articolo
La torta Dobos
La regina indiscussa dei dolci ungheresi è la Dobos, una torta non solo squisita, ma anche davvero molto bella da vedere e difficile da preparare.
L’ingrediente principale è la deliziosa crema di cioccolato e burro che si alterna a 6 strati di soffice e sottile pan di spagna. La copertura, il cui scopo è mantenere la croccantezza del dolce, è fatta da un sottile strato di pasta ricoperto di caramello e il bordo laterale è ricoperto di nocciole, mandorle, noci e castagne finemente tritate. Un dolce pazzesco, uno dei più buono assaggiati.
Ad inventarla, nel 1884, fu József C. Dobos, un famoso pasticcere ungherese. Pare che i primi ad assaggiarla furono Francesco Giuseppe I e la sua consorte, la principessa Sissi nel 1885.
La ricetta divenne in poco tempo molto famosa, così il celebre pasticcere la promosse in tutta Europa. Mantenne segreta la ricetta fino alla sua morte, quando passò alla camera dei pasticceri di Budapest.
L’impronunciabile Kurtőskalács
Se la Dobos è la regina delle torte per bellezza e sapore, il Kurtőskalács è il re indiscusso dello street food. Il suo nome significa dolce del camino e lo si deve alla sua forma cilindrica.
Questo dolce ungherese spicca per la sua semplicità: è formato da una pasta sottile composta principalmente da farina, zucchero, uova, burro e latte, che poi arrostisce su spiedi cilindrici di legno. La cottura e lenta e una volta pronto viene cosparso di zucchero, cannella, cacao oppure guarnito con nutella, cioccolata, marmellata o quello che più vi piace. Il profumo dei Kurtőskalács e di zucchero riempie le strade del Paese, luogo più caratteristico dove acquistarli e mangiarli.
Ammetto di aver scoperto questi deliziosi dolci a Praga e pare che la loro storia ha origini in Romania, ma nonostante ciò viene comunque definito uno dei dolci più antichi dell’Ungheria.
Un romantico dolce, il Rigó Jancsi
Ecco il dolce più romantico dell’Ungheria, il Rigó Jancsi, nato per celebrare l’amore tra l’omonimo violinista e Clara Ward, una ricca socialista americana che sposò il principe belga Chimay.
La storia narra che la principessa, così com’era conosciuta Clara, e Rigó Jancsi si innamorarono follemente dopo che lei lo vide suonare in un locale di Parigi. Mossa da forti sentimenti, Clara decise di lasciare il marito, destando moltissimo scalpore e creando al tempo un caso mediatico. Dopo il divorzio di lei con il principe, i due si sposarono, ma non vissero felice e contenti: oltre ad avere problemi economici causati dal loro stile di vita, si scoprì che il romantico e gipsy violinista, di natura infedele, tradì più volte la principessa. Così Clara lo lasciò e poco dopo si innamorò di un imprenditore italiano e venne a vivere nel Belpaese, mentre pare che lui morì solo e povero a NY, anche se non si hanno notizie certe.
Questa triste storia lascia un segno indelebile nella memoria attraverso la torta Rigó Jancsi. La storia delle sue origini non è certa. Pare che il violinista ordinò un dolce al cioccolato per Clara e il pasticcere (dal nome ignoto), mosso dai sentimenti del violinista, gli diede il suo nome. Altri dicono che sia stato il violinista con l’aiuto di un pasticcere ad idearla… chi lo sa? Ma è comunque tutto molto romantico.
La torta è composta da due strati di dolce pan di spagna al cioccolato diviso da una crema di cioccolato e panna montata. Se non erro, la ricetta originale vuole anche un sottile strato di confettura all’albicocca, da mettere tra il pan di spagna e la crema al cioccolato. Semplice, ma corposo e delicato. Una vera delizia che fa innamorare.
Un dolce dal sapore francese: la Zserbó
La storia della torta Zserbó è legata alla storica pasticceria di Budapest, il Café Gerbeaud. Fu proprio il famoso pasticcere francese Gerbeaud, emigrato in Ungheria, ad inventare questo prelibato dolce. Tradizionalmente veniva servito a Natale e nei periodi di festa, mentre oggi lo si trova in tutte le pasticceria del Paese anche se, ovviamente, l’originale è da provare allo storico Café Gerbeaud.
La torta si compone di differenti strati di sottile pasta frolla ai quali si alterna marmellata di albicocche, noci tritate e una deliziosa copertura glassata al cioccolato. CHE BUONA!!! Un mix di sapori che rimane davvero impresso nella mente.
Al cucchiaio: lo Somlói Galuska
Una vera bomba di sapore e calorie è il Somlói Galuska, un dolce al cucchiaio fatto da pan di spagna classico, al cioccolato e alle noci a cui si aggiunge crema pasticcera, cioccolato fondente e una bella spruzzata di panna montata.
E’ uno dei dolci ungheresi più famosi e apprezzati, nato alla fine degli anni ’50 dalla mente di Károly Gollerits, maître dell’hotel Gundel, e dal braccio de pasticcere dell’hotel, József Béla Szőcs. Fu presentato nel 1958 all’Expo, dove vinse un premio.
L’origine del nome invece è permeato di mistero e vuole che esistano due leggende: la prima narra che il nome derivi dal paese d’origine della moglie del pasticcere, appunti Somló; l’altra, che deriva dal nome di una piccola collina, appunto Somlyó hill, situata vicino a Budapest.
Preparare questo dolce seguendo la ricetta originale è davvero lungo e dispendioso perché richiede tanti ingredienti e di ottima qualità. Quindi il mio consiglio è di provarlo in pasticceria o a conclusione di una cena al ristorante. Personalmente non l’ho assaggiato, ma il suo aspetto è davvero invitante.
Il Mákos Guba, una dolce ai semi di papavero
Il Mákos guba è un dolce ungherese che ricrea un mix di sapori, tra il dolce e il salato. Tipicamente viene servito durante il periodo Natalizio e in alcuni casi viene addirittura considerato un primo piatto.
Si tratta di un panino cotto al forno immerso nel latte con zucchero oppure miele o vaniglia. Il segreto è che il pane deve essere in grado di assorbire tutto il liquido, quindi deve essere raffermo. Infine si aggiungo i semi di papavero, ossia l’ingrediente principale di questo dolcetto che si mangia al cucchiaio.
Questa ricetta rispecchia l’originale, comparsa in libro di cucina del 1695; l’unica differenza sta nel liquido utilizzato, una volta infatti il latte era considerato troppo costoso, si usava al suo posto l’acqua e non veniva aromatizzato.
Una girella tutta ungherese: il Bejgli o Mákos Kalács
Troverete i semi di papavero in vari dolci e preparazioni ungheresi e una delle più famose è proprio questa girella ripiena di questi deliziosi semi.
Il Bejgli o Mákos Kalács è un dolce molto semplice da preparare e che potrete facilmente guastare nelle pasticcerie e nelle bakery ungheresi. L’impasto è molto semplice: si tratta di farina, zucchero, lievito, uova, panna acida, latte e burro. Una volta pronto l’impasto, si prepara il ripieno con i semi di papavero, latte e zucchero. Un dolce buono e leggero, ottimo per la colazione.
Ne esiste un’altra versione, con le noci, ma io vi consiglio di provare quello ai semi di papavero, molto più particolare. In Ungheria è tradizione mangiarlo durante le feste natalizie o pasquali.
La versione ungherese dello strudel, il Rétes
Il Rétes è il dolce che più comunemente conosciamo come Strudel, molto famoso nella pasticceria austriaca come in quella bavarese. Come saprete tanti sono gli anni dell’impero austro-ungarico e ovviamente questo ne ha influenzato la cultura, le tradizioni ed anche il cibo. Pare che si prepari su queste terre del XV secolo.
Ovviamente se dovete scegliere, provate una deliziosa Dobos o il Flódni, ma sappiate che anche qui mangerete dei Rétes deliziosi.
Generalmente si prepara con una pasta fillo, anche se in Ungheria viene generalmente utilizzata una pasta sfoglia. Il ripieno varia, ma il mio consiglio è di provare il classico di mele: non si sbaglia mai. Altrimenti, se volete variare, provatelo con ciliegie, amarene, prugne, albicocca, formaggio e il più caratteristico è quello ripieno di semi di papavero.
Una delle pasticcerie più famose dove poterlo acquistare e provare si chiama Rétesház, la prima Strudel House di Budapest.
Una delizia per occhi e palato, la Torta Eszterházy
Non è difficile aver visto la torta Eszterházy anche nelle nostre pasticcerie, ma la sua storia è tutta ungherese anche se non sono mai state chiarite le sue origine e in quale occasione venne preparato. Certo è che questo dolce visse lo splendore del ‘900 e la leggenda narra che sia legato alla casata degli Eszterházy, una famiglia di nobili origini. Più precisamente si attribuisce questo dolce al principe Paul III Anton Esterházy de Galántha, ma senza alcun fondamento, tranne che era un amante della buona cucina e pasticceria.
Tra le varie curiosità, pare che la sua storia si incastri con quella austriaca, difatti durante l’impero austro-ungarico vennero fatti alcuni ritocchi alla ricetta originale.
Ovviamente è una torta a strati, dove una dolce crema pasticcera aromatizzata alla vaniglia e combinata al burro si alterna ad un soffice impasto fatto solo da farina di noci o mandorle mischiata con zucchero e bianco d’uovo.
Quello che la contraddistingue e che vi permetta di riconoscerla ovunque è la sua decorazione: una ragnatela di cioccolato fondente.
Insomma, Che posso dirvi d’altro per convincervi a provarla? 😉
La tradizione ebraica in tavola con il Flódni
Gli ungheresi amano i dolci a strati ed il Flódni ne è un altro bellissimo esempio. Si tratta di una torta legata alla tradizione ebraica, generalmente preparato per la festa del Purim. Oggi, invece, lo si trova un po’ in tutte le pasticcerie della città, anche al di fuori del quartiere ebraico.
Le sue origini sono molto antiche, pare che i primi Flódni siano stati preparati dalla comunità ebraica tedesca, austriaca e francese nel Medioevo ed erano a base di formaggio; poi si sono perse le tracce nei libri.
La sua attuale preparazione si è complicata nel tempo e la ricetta che oggi conosciamo nasce in Ungheria ed è stata tramandata di generazione in generazione, anche se non si sa esattamente quando venne “inventata”. Il suo significato è profondo è molto importante: il Flódni simboleggia l’importanza di andare oltre le differenze, che siano etniche, religiose o di qualsiasi altro tipo.
Quando ordinerete questo dolce ungherese, vedrete che è composto da 5 strati d’impasto e 4 distinti ripieni disposti in un ordine che non può essere modificato. Come vuole la tradizione troviamo: marmellata di prugne o levkar, noci, mele e in ultimo lo strato con i semi di papavero. Gli ingredienti principali dell’impasto sono invece farina, tuorli d’uova, zucchero, burro e il vino bianco.
Ogni ingrediente assume un significato e il tutto deve essere preparato secondo le regole dettate dalla religione ebraica.
Tra i dolci ungheresi lo reputo incredibilmente bello, buono e pieno di significato; assolutamente da assaggiare.
Il formaggioso Rákóczi túrós
Strati strati e ancora strati. Ecco un altro dolce ungherese che alterna gusti differenti su differenti livelli creando il perfetto connubio di dolcezza. Anche il Rákóczi túrós è un dolce fatto da strati, il cui ingrediente principale è la ricotta ungherese, da un sapore ben lontano dalla nostra conosciuta ricotta vaccina.
La base è una sottile pasta frolla a cui si aggiunge il ripieno di ricotta. La guarnizione è fatta con le meringhe, creando così un dolce a tre livelli. La ricetta originale vuole anche una strato di marmellata di albicocche prima delle meringhe, in altre versioni non la troverete.
La ricetta di questo dolce divenne molto famosa dopo essere stata pubblicata nel 1937 su una rivista di cucina. All’Expo del 1958 venne servita nel ristorante ungherese, accrescendone la popolarità. Oggi è amatissima e molto famosa. Il suo inventore è il pasticcere János Rákóczi.
Le crêpe ungheresi: le Palacsinta
La Palacsinta è una specialità tutta ungherese. Al primo sguardo vi sembrerà una semplicissima crêpe, ma è la sua versione più light perché viene preparata senza burro. E’ fatta quindi con farina, uova, latte e zucchero. Vengono servite arrotolate e ripiene di marmellata o cioccolata e spolverate di zucchero a velo, cacao oppure guarnite con panna montata.
Una delle versioni più famose è la Gundel Palacsinta, dal nome del pasticcere che l’ha ideata. La sua preparazione è molto più complessa: oltre ai classici ingredienti si aggiungono noci, uva passa, scorza di arancia candita, rum e cannella. Viene poi servita flambé con una sala di cioccolato fondente, panna e cacao. Una vera delizia. Da provare ovviamente nella storia pasticceria Gundel.
Le praline più famose d’Ungheria, i Szaloncukor
Questi piccoli dolci ungheresi dalla forma arrotondata, sono delle gustose praline ricoperte di cioccolato al cui interno troverete un cuore dai differenti gusti, come cocco, noci, nocciole oppure gelatina dai gusti più disparati. Amore in un sol boccone.
I szaloncukor sono i dolci per eccellenza del Natale. Oggi vengono ricoperti utilizzando i colori più disparati e usati anche come decorazione per godersi a pieno la magia del Natale.
Non sono molto chiare le sue origini, ma dovrebbero risalire al XIV e vennero fatti per la prima volta dai francesi. Divennero famosi in Ungheria in un secondo momento, grazie a due dei pasticceri più famosi del ‘900, ossia Gerbeaud e Stuhmer. Sempre in questo periodo si prese l’abitudine di addobbare gli alberi di Natale con questi dolcetti, una tradizione persa duranti i duri anni di guerra che portarono povertà. Oggi, invece, questa tradizione è tornata in voga.
Oggi la produzione è principalmente “industriale”.
E via di palline con gli Turógombóc
Gli Turógombóc sono dei golosissimi gnocchi di fiocchi di latte (in alternativa anche ricotta), ricoperti di pan grattato che vengono poi serviti con panna acida ungherese e spolverati di zucchero a velo. La cosa curiosa è la loro preparazione perché le palline vengono prima bollite, poi passate nel pan grattato e rosolate in olio bollente, così da renderle croccanti.
Riguardo alla loro storia non ho trovato particolari informazioni su questi dolci o se sono associati ad una particolare festività, ma sono molto apprezzati.
La scelta di cosa assaggiare è davvero ardua, seguite i vostri gusti e non rimarrete delusi. Io posso assicurarvi che nella capitale ungherese troverete moltissime pasticcerie (anche dalla storia antichissima) dove assaggiarli.
Se volete invece cimentarvi a ricreare i tipici dolci ungheresi, sappiate che non è per nulla semplice. Anche se alla fine il risultato è delizioso richiede tanta pazienza e passione, oltre che ad una giornata di tempo. Se voleste provare a riproporre questi dolci date un occhio a questo blog: Zserbo.
Oltre a mangiare, c’è tanto da scoprire su Budapest. Da un occhio a: In viaggio verso est: Budapest.
Mamma mia che spettacolo!!! Non c’è che l’imbarazzo della scelta. Motivo in più per visitare questa meravigliosa città!
Gli antichi cafè e la lunga tradizione pasticcera sono una delle attrattive di Budapest. Io poi che sono super golosa di dolci non potevo non provarli! Non vedo l’ora di tornare per fare un altro giro di dolci 🙂