Gli scavi archeologici di Pompei sono un prezioso tesoro che custodisce i resti dell’antica città distrutta dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. La storia di Pompei è tristemente nota in tutto il mondo ed è proprio “grazie” ai resti di quel periodo che sono sopravvissuti fino ad oggi se tutta quest’area è ora iscritta a Patrimonio UNESCO.

Se vi trovate a Napoli o se siete in tour per la costiera amalfitana, dovete assolutamente organizzare una tappa di almeno mezza giornata in questo sito. 

La tragedia di Pompei

La storia di Pompei è stata da sempre molto travagliata.

All’epoca del terremoto del 62 d.C. Pompei era già da oltre un secolo sotto la dominazione romana. Il sisma ha fortemente danneggiato la città, che negli anni seguenti ha subìto un forte spopolamento. Inoltre, subito dopo il terremoto sono stati avviati numerosi cantieri dedicati alla ristrutturazione degli edifici cittadini. Al momento dell’eruzione, infatti, Pompei è ancora in piena ricostruzione.

Tra l’estate e l’autunno del 79 d.C. la città è colpita ancora da scosse di terremoto, che questa volta precedono eventi ben peggiori. Iniziano a susseguirsi le colate piroclastiche del Vesuvio che, dopo la rottura del tappo di magma che lo ostruiva, fa piovere ceneri e lapilli sulle città circostanti. Pompei viene quindi sommersa di detriti che, sommandosi ai fumi e all’aria irrespirabile, non danno scampo alla popolazione. La città resta quindi coperta da metri di detriti vulcanici, che la celano, nel vero senso della parola, al resto del mondo.

Quest’area viene quindi definitivamente abbandonata e dimenticata, lasciata al volere della natura. Sarà solo a partire dal 1748 che inizieranno i primi scavi che riporteranno alla luce l’antico abitato di Pompei e i resti dei suoi abitanti.

Raggiungere Pompei

Raggiungere Pompei da Napoli è davvero molto semplice. Dalla stazione di Napoli Centrale parte un treno ogni 30 minuti e in poco meno di un’ora potete raggiungere la stazione di Pompei. Da lì, in circa 15 minuti a piedi si raggiunge l’ingresso di Piazza Anfiteatro, nei pressi della Regio II.

In alternativa al classico treno, per raggiungere gli scavi è possibile salire su un convoglio d’epoca e viaggiare su una carrozza “Centoporte”. Il nome di queste carrozze degli anni ‘30 è dovuto al fatto che quasi ogni fila di posti a sedere aveva la sua porta dedicata per consentire ai passeggeri di scendere e salire rapidamente nelle varie stazioni.

I treni perfettamente ristrutturati sono un vero fiore all’occhiello di Fondazione FS. Al costo di 10€ per la corsa singola o di 20€ per quella di andata e ritorno potrete godervi un viaggio unico e indimenticabile sulle panche in legno di questo convoglio unico. Sul sito ufficiale è possibile conoscere le date in cui vengono svolte le corse con treno storico e gli orari di andata e ritorno. Noi, ad esempio, abbiamo viaggiato in treno storico all’andata e siamo tornati con un treno FS al ritorno. Durante il percorso, abbiamo avuto anche la fortuna di assistere a brevi interpretazioni in costume da parte di attori di un’associazione locale.

treno centoporte
Una carrozza del treno storico “Centoporte”

La visita agli scavi

Una volta raggiunti gli scavi, ci siamo messe in coda per ritirare i biglietti di ingresso. Pur avendoli acquistati su TicketOne, infatti, è presente una sola biglietteria e quindi la fila per chi deve ritirare i biglietti e per chi li deve ancora acquistare è la stessa. Fortunatamente era ancora abbastanza presto e, evitando gruppi di turisti e stranieri, siamo riuscite ad entrare in pochi minuti.

Consiglio per la visita

Durante il tragitto a piedi tra la stazione e il punto di accesso agli scavi più volte gli addetti dei centri informazioni ci hanno fermati con l’intento di venderci qualunque tipo di servizio. Offrono ad esempio il trasporto dalla stazione ferroviaria fino all’ingresso degli scavi oppure audioguide, le visite guidate o anche guide cartacee. Sappiate che “esagerano” un pochino per farvi acquistare un qualunque servizio. 

Per esempio, non lasciatevi scoraggiare se alla stazione vi dicono che per raggiungere gli scavi ci vogliono 25-30 minuti a piedi perché con una camminata di soli 15 minuti sarete arrivati a destinazione senza problemi e lungo il percorso, se avete tempo, potete approfittarne per fermarvi anche a visitare il Santuario della Beata Vergine del Rosario.

Ognuno di noi ha le proprie preferenze quando si tratta di visitare un museo o un sito storico. Personalmente, preferisco avere a disposizione molte informazioni sul luogo che sto visitando, ma anche poter gestire la visita secondo i miei ritmi. Se anche voi siete come me, allora vi consiglio di scaricare la guida agli scavi direttamente dal sito ufficiale. L’ho ritenuta molto utile ed esaustiva perché in ogni momento della visita mi ha consentito di capire dove mi trovassi e a cosa corrispondevano i resti che avevo di fronte.

Inoltre, ricordatevi di richiedere una mappa del sito alla biglietteria. Il sito è davvero molto grande ed è ottimo avere uno strumento per orientarvi e puntare ai punti più interessanti.

Vedrete così che l’area è divisa in quelle che sono chiamate Regio e sono in totale 9. Gli ingressi sono diversi. Noi siamo entrate da Piazza Anfiteatro.

teatro piccolo
Il teatro piccolo

Infine, ho veramente apprezzato la visita alle prime ore mattutine di apertura perché erano presenti ancora pochi turisti e le visite guidate di gruppo non erano molto numerose.

Esplorando Pompei

Tutto il sito degli scavi è ricchissimo. Appena entrate ci siamo trovate nella Regio II al cospetto del Grande Anfiteatro e poco vicino la Grande Palestra, al cui interno oggi c’è un piccolo museo. 

In ogni via ci sono importanti e interessantissimi reperti, alcuni di essi molto ben conservati. Tra questi sono molto affascinanti le abitazioni, ben distinguibili tra quelle per signori e quelle della gente più umile.

Mi ha stupito il fatto che i ricchi avessero la cucina in casa, dove i servi preparavano i pasti per loro. I poveri, al contrario, vivevano in locali piccoli che avevano la sola funzione di dormitorio e per i pasti si recavano nelle thermopolia, piccole osterie che servivano pasti caldi. Oggi è possibile riconoscere questi ambienti dai banconi in pietra ancora esistenti, sui quali sono presenti fori circolari usati per inserirvi i paioli dei cibi riscaldati dal fuoco sottostante.

Un’altra area del sito da visitare è l’Orto dei fuggiaschi, dove sono stati rinvenuti i corpi di 13 vittime che cercavano di mettersi in salvo dall’imminente eruzione.

Non meno affascinanti sono il Teatro Grande e il Teatro Piccolo, nella Regio VIII. Ancora oggi possiamo sederci sui gradini più alti e ascoltare interpretazioni teatrali o canore senza alcun problema, grazie alla perfetta acustica che li caratterizza.

Inoltre, se seguite le indicazioni per i bagni pubblici, nella Regio IX nei pressi della Casina dell’Aquila, potrete farvi un’idea delle effettive dimensioni della città di Pompei al momento dell’eruzione. La vista dall’alto è impagabile!

vista casina dell'acqua
La vista di Pompei dalla Casina dell’Aquila

E’ interessante sapere che l’abitato di Pompei è oggi diviso in Regiones e insulae, per facilitare l’orientamento ai visitatori, ma ai tempi dell’eruzione che la distrusse le vie non avevano nomi e la città non era suddivisa in quartieri. 

Oggi, nella cartine avrete modo di visitare il sito orientandovi grazie a Via dell’Abbondanza, che vi permette di girare in lungo e in largo per la città e raggiungere il centro della vita sociale, dove si trova il Foro. Vi consiglio, infatti, di vedere l’area del Foro, con i Granai e i vicini Templi dedicati agli dei.

Curiosità

I calchi delle persone rinvenute durante gli scavi e giunti fino a noi sono frutto dell’idea geniale del direttore degli scavi svolti nel 1863.

Il signor Fiorelli, infatti, decise di riempire di gesso delle cavità rinvenute, all’interno delle quali si vedevano delle ossa. Pomici e ceneri, infatti, durante l’eruzione si depositarono sui corpi degli sventurati abitanti di Pompei, formando una vera e propria crosta rigida.

Il corpo al loro interno durante i secoli si è decomposto; la crosta esterna ne ha però preservato la forma, consentendo così, grazie a colate di gesso, di realizzarne dei calchi. 

calchi pompei
Il metodo usato per realizzare i calchi

È grazie a questo metodo se oggi possiamo conoscere esattamente le posizioni assunte dalle vittime poco prima di essere soffocati da gas e fumi vulcanici.

Arte erotica

Un altro elemento singolare e decisamente unico del sito di Pompei è la presenza di arte erotica.

La troviamo rappresentata principalmente da simboli fallici o raffigurazioni di scene erotiche. Il simbolismo fallico, infatti, aveva probabilmente lo scopo di augurare fertilità o di rappresentare, attraverso questi talismani, un augurio di buona fortuna.

Altrettanto diffusa alla stregua delle rappresentazioni erotiche è anche la prostituzione, praticata in edifici “dedicati”. Ancora oggi infatti, tra i vari ambienti di Pompei, quello del bordello è ben riconoscibile nell’edificio denominato lupanare, del quale si può riconoscere la funzione che ricopriva un tempo anche per via delle immagini dipinte sulle pareti. Qui le schiave lavoravano come prostitute, guadagnando al tempo quasi tre volte il salario di un operaio.

A seconda dei vari periodi storici, questi reperti sono stati più o meno celati al grande pubblico, in quanto ritenuti scandalosi, e in parte raccolti nel “Gabinetto Segreto” del Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Tutt’oggi, quest’area è vietata a visitatori al di sotto dei 14 anni.

Pompei è una straordinario esempio di civiltà greco/romana. Tutto qui è rimasto immutato nel tempo ed e straordinario vedere le ricche ville, i teatri, i templi e i fori.

Questa è stata la nostra gita fuori porta da Napoli. Se volete scoprire di più di questa città, non perdetevi gli articoli:


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